Résumés
Riassunto
Questo saggio muove da tre considerazioni critiche: che il terzo luogo o spazio del purgatorio sia intimamente traduttivo; che l’accezione metaforica di ‘traduzione’ non sia fenomeno unicamente linguistico ma comprenda traslazioni fisiche e metafisiche; e che i linguaggi della mistica e della malattia, apparentemente scollegati, presentino un’analoga resistenza nei confronti del linguaggio, concettualizzabile come ‘intraducibilità’. Il presente saggio affronta queste tre aree in modo organico e sintetico. Da un lato, viene proposta una nuova interpretazione del purgatorio dantesco, fondato sulla traduzione in quanto processo di transizione e intermedietà. Dall’altro, il saggio interpreta il viaggio di Dante come metafora della cura, facendo della traduzione una teologia della terapia.