Abstracts
Riassunto
Il particolare impasto linguistico delle novelle e dei romanzi verghiani suscitò numerose critiche da parte dei letterati e dei grammatici più tradizionalistici. Soprattutto alcune soluzioni sintattiche risultavano sgradite, in quanto troppo vicine al parlato meno sorvegliato. Verga prese a cuore molte di quelle critiche, al punto da “correggere” alcuni costrutti nelle edizioni successive alla princeps. Il presente articolo, partendo da una sintetica rassegna delle critiche al “nuovo” sintattico, mostra come siano proprio quelle supposte «sgrammaticature» (secondo l’ironica definizione di Capuana) l’elemento di maggior interesse, oggi, della scrittura e della struttura narrativa verghiane. L’articolo si concentra soprattutto sulla resa, mediante quelle «sgrammaticature», della polifonia tipica della tecnica del discorso indiretto libero, del virtuosistico cambiamento del punto di vista e dell’altrettanto virtuosistico andirivieni della voce narrante. Il “nuovo” sintattico, pragmatico e testuale della scrittura verghiana assume dunque più propriamente i connotati di un “nuovo” narrativo, in una modernissima operazione intrinsecamente metacomunicativa, troppo precoce, forse, per lusingare i contemporanei, ma destinata a larghissima fortuna internazionale nei decenni successivi.
Parole chiave:
- discorso indiretto libero,
- voce narrante,
- punto di vista,
- verismo,
- purismo
Abstract
The particular linguistic mixture of Verga’s short stories and novels aroused numerous criticisms from the more traditionalist writers and grammarians. Above all, some syntactic solutions were unwelcome, as they were too close to the informal speech. Verga took many of those criticisms to heart, to the point of “correcting” some constructs in the editions following the princeps. This article, starting from a brief review of the criticisms of the “new” syntax, shows how those supposed “ungrammatical errors” (according to Capuana’s ironic definition) are the element of greatest interest, today, in Verga’s writing and narrative style. The article focuses above all on the rendering, through those “errors”, of the polyphony typical of free indirect speech, of the virtuosic change of point of view and of the virtuosic coming and going of the narrative voice. The syntactic, pragmatic and textual “new” of Verga’s writing therefore more properly takes on the connotations of a “new” narrative, in a very modern intrinsically metacommunicative operation, too early, perhaps, to flatter contemporaries, but destined to very wide international success in the future.
Keywords:
- free indirect speech,
- narrative voice,
- point of view,
- Verism,
- Purism
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Appendices
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